Pagina (57/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Desiderando vedergli si dirizzò a quella volta e arrivò al porto chiamato S. Nicolò, con animo di restaurar li navili per andare a ruinar li canibali e abbrucciar loro tutte le lor barche. Il che non potette mandare ad effetto, essendo soprapreso da gravissima malattia per li grandi disaggi e fatiche sopportate in questo viaggio, per la quale fu forzato farsi portare alla città Isabella dove erano due suoi fratelli e il resto di sua famiglia. Quivi recuperata la sanità, non potette esequir la sua impresa per le molte sedizioni nate nell'isola fra gli Spagnuoli, per le quali sedizioni fra le altre cose trovò che un Pietro Margarita, gentiluomo della corte delli re catolici, con molti altri, li quali lui aveva lasciati al governo dell'isola, s'erano partiti irati contra l'admirante e tornati in Spagna; per la qual cosa ancora lui deliberò andare alla corte, dubitando che quelli che si erano partiti non referissero mal di lui alli re, e per dimandar gente in luogo di quella che si era partita e vettovaglie come frumento e vino, perché gli Spagnuoli non potevano molto facilmente assuefarsi alli cibi indiani. Ma prima che si partisse, cercò di mitigare alcuni di quelli signori del paese che s'erano ancor loro sdegnati contra gli Spagnuoli, per le insolenzie, furti, rapine e omicidii che facevano avanti li loro occhi senza alcuno rispetto; e prima reconciliò e si fe' amico un cacique detto Guarionesio, e perché questo meglio gli succedesse, maritò una sorella del cacique a quello suo interprete indiano chiamato Didaco, allevato lungamente in sua corte.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





S. Nicolò Isabella Spagnuoli Pietro Margarita Spagna Spagnuoli Spagnuoli Guarionesio Didaco