Pagina (68/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La notte dormirono in letti di corde sospesi da terra, come altra volta abbiamo detto.
      Il seguente giorno furono menati ad una casa grande, nella qual usano quegli Indiani far lor feste, dove furon fatti molti giuochi e danze a loro usanza, molto lontane dal danzare nostro. Dopo questi, partiti di questa casa, andorono a una gran pianura, dove all'improviso vennero due squadre d'uomini armati al modo loro, da due diverse bande, le quali il cacique aveva fatto mettere in ordine solo per delettazion delli nostri. Queste vennero alle mani con dardi e freccie e altre armi, cosí ferocemente che pareva che fussero capitali nemici e combattessero per la moglie e figliuoli, in modo che in poco spazio di tempo ne furon morti quattro e molti feriti. E la zuffa sarebbe andata piú in lungo, e di morti e feriti sarebbero stati piú, se il cacique a preghiere delli nostri non avesse dato segno che restassero.
      Il seguente giorno, avendo determinato partire, ragionando con il cacique lo consigliò che, accioché piú facilmente potessero li popoli pagare il tributo impostoli del cottone, facesse seminar quello vicino alle rive delli fiumi. E cosí si partí, e arrivati alla rocca Isabella, dove aveva lasciati gli ammalati e li navili che incominciati si lavoravano, trovò che erano morti di quelli da trecento per varie infirmità. Di che si trovava molto malcontento, e piú perché non vedeva apparir navili di Spagna con vettovaglie, delle quali aveva gran necessità. Finalmente deliberò divider il resto degli ammalati per li castelli edificati nell'isola, fra Isabella e San Domenico, che è camino diritto da ostro a tramontana, per veder se per mutare aere si potevano sanare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Isabella Spagna Isabella San Domenico