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      Dalle quali partendosi, e pigliando la via per gherbino navigorono con quel vento trecento leghe. Nel qual viaggio persono la Tramontana, la qual persa furono di subito assaliti da terribilissima fortuna di mare, con pioggia e vento crudelissimo. Nondimeno, seguitando il lor camino continuamente per gherbino non senza manifesto pericolo, andorono avanti dugentoquaranta leghe. Nel qual luogo, preso l'astrolabio in mano e trovato il polo antartico, non vi viddero alcuna stella simile alla nostra Tramontana: ma riferirono aver visto un'altra forma di stelle molto differenti dalle nostre, le quali non poterono ben conoscere per esser stati impediti da una certa caliggine che intorno a queste stelle si levava, e impediva loro la vista. Ma intorno, fuor della caliggine, si vedevano figure di stelle lucidissime e maggiori che le nostre.
      E adí 20 di gennaio da lontano viddero terra, alla qual approssimandosi, e veduta l'acqua molto torbida, gittarono lo scandaglio e trovorono sedici braccia d'acqua. E finalmente, giunti a terra, dismontorono e lí stettero due giorni, che mai apparse uomo alcuno benché trovassero molte pedate d'uomini. Costoro, accioché da qualunque per ventura arrivasse a quel luogo fusse conosciuto come v'erano stati, segnorono le scorze degli arbori del suo nome e delli re catolici. E dipoi partiti de lí e scorrendo piú avanti, viddero la notte molte luci che pareva fussero in un campo di genti d'arme, verso le quali mandò il governatore 20 uomini bene armati e comandò loro che non facessero strepito alcuno; li quali andati e compreso esser gran moltitudine di gente, non le volsero per alcun modo disturbare, ma deliberarono aspettare la mattina e poi intender chi fussero.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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