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      Uno di questi tali animali insieme con suoi figliuoli fu preso dagli Spagnuoli, e portavanlo alli re catolici, ma li figliuoli morirono in nave e la madre dopo pochi giorni per la mutazione dell'aria e cibi, li quali cosí morti furono visti da molte e diverse persone.
      Questo Vicenzianes afferma aver navigato per la costa di Paria piú di seicento leghe, e giudica che là sia terra ferma, dalla qual partendosi con le quattro caravelle che avevano, furono assaliti da una gravissima fortuna del mese di luglio, due delle quali si sommersero, una si ruppe, e piú per esser gli uomini persi e smarriti che per altro. La quarta stette ferma, ma non senza molto travaglio, tanto che avevano già perso ogni speranza di salute. La qual cosí stando vidde una loro nave andare a seconda, perché aveva pochi uomini, li quali, dubitandosi sommergere, si buttarono a terra, dove stavano in grandissimo dubbio e paura d'esser mal trattati da quella gente, ed erano ridotti a tale, che fecero deliberazione di tagliare a pezzi tutti gli uomini del paese vicino e fabricarsi case per abitare; e stettero cosí alcuni giorni, doppo li quali, abbonacciandosi il tempo, viddero la loro nave, ch'era restata solo con 18 uomini, in su la qual montati insieme con quell'altra che s'era salvata fecero vela alla volta di Spagna, e arrivorono a Palos appresso Sibilia l'ultimo di settembre.
      Doppo costoro molti altri hanno navigato questo viaggio per mezzodí, e di continuo andati per la costa della terra Paria, né mai hanno trovato termine alcuno che sia isola.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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