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      E scorrendo per li liti di quella si abbatterono in due canoe grandi, le quali alcuni Indiani nudi, che avevano attorno alle spalle corde di cottone, tiravano per mare a canto il lito, sí come appresso di noi si tirano le barche al contrario delli fiumi: in dette canoe era il padrone dell'isola con la moglie e figliuoli nudi. Quelli che tiravan le canoe, veduti li nostri che già eran smontati in su 'l lito, gli fecer cenni con superbia per ordine del suo signore si tirassero indrieto, e gli dessero luogo. Mostrando li nostri di non ne far stima gli cominciorono a minacciare, ed era tanta la semplicità loro che non risguardavano alla grandezza de' nostri navili, né la moltitudine di gente che vi era sopra, e pareva loro che fosse il dovere che i nostri dovessero aver quella medesima reverenzia al lor signore che loro gli hanno. Ma li nostri, buttati gli schifi in mare, furono a torno le canoe, e quelle a man salva con tutti presero. E per via d'un interprete che avevano, intesero come costui era un gran mercatante, qual veniva di terre lontane dove era stato a barattare molte sue cose, e all'incontro ne portava dell'altre di quelli paesi, quali erano rasoi, coltelli e scure, fatte d'una pietra transparente di color giallo, con li manichi d'un legno molto tenace. Aveva ancora alcune masserizie di casa, come sarian vasi di cucina, parte di terra cotta molto ben lavorati, e alcuni della medesima pietra trasparente. Ma sopra tutto erano coltre lavorate con penne di papagalli e tele fatte di cottoni di varii colori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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