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      E se alcuno dormiva all'ombra di quelli si destava con la testa enfiata e quasi cieco. Questo porto è distante da quella parte dell'isola Spagnuola dove è l'isola chiamata la Beata circa quattrocento e cinquantasei miglia. Entrato nel porto, Fogheda assaltò con impeto gli abitanti in quello all'improviso, come aveva commissione dal re catolico e n'ammazzò assai trovandogli separati l'uno dall'altro, e tutti nudi.
      Questo ordine d'ammazzarli gli era stato dato imperoché per avanti, quando fu discoperto questo porto, mai poteron li cristiani persuader loro che fossero contenti ch'essi l'abitassero. Trovorono poca quantità d'oro, e quello ancora di basso caratto e fatto in alcune lame che per bellezza portano sopra il petto. Non contento di questa preda, Fogheda, da alcuni Indiani li quali aveva presi, si fece condurre ad un altro luogo distante dal porto dodeci miglia, dove erano stati ricevuti tutti quelli che dal porto s'erano fuggiti. E ancor che gli abitatori di detto luogo fossero nudi, nondimeno gli trovò molto atti e animosi al combattere, e armati con alcuni scudi tondi di legno e spade similmente d'un legno durissimo; gli arcieri avean le saette con le punte d'un osso molto acute e venenate. Questi, come viddero li nostri approssimarsi, si missero insieme con quelli che a loro s'eran rifuggiti, perché per li danni che vedevan quelli aver patito, per essere stati molti di loro morti, e parte cosí maschi come femine fatti prigioni dalli nostri, s'eran mossi a compassione, e con tanta furia e impeto assaltorono li nostri, che alla prima zuffa con le freccie venenate li ruppero e n'ammazzarono circa settanta, tra li quali fu un Giovan della Cossa luogotenente, il quale fu il primo che con Colombo admirante trovò l'oro nel discoprir la provincia d'Uraba.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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