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      Allora un di questi due per paura si fuggí, l'altro piú ardito stette saldo e cominciò a riprendere colui che fuggiva, e perché sapeva un poco della lingua indiana, imparata da alcuni schiavi li quali per avanti erano stati presi, cominciò a parlar con quel che gli pareva il signore. Costui, maravigliatosi di questo parlare in suo linguaggio, cominciò a farsegli domestico e mostrargli buona cera, domandando chi fussino. Il nostro gli disse ch'erano peregrini ch'andavano al suo viaggio, e ch'erano smontati per torre acqua, e che si portavano inumanamente se la volevano vietar loro, minacciandogli che se immediate non ponevan giú l'armi e gli accettavano amichevolmente sopragiugnerebbero altri uomini armati in tanto numero quanta è l'arena del mare, li quali gli taglierebbon tutti in pezzi.
      In questo mezzo il baccalario Anciso, avendo inteso che li due compagni erano stati ritenuti, dubitando di qualche inganno, avea messo in ordine assai delli suoi con le targhe per paura delle freccie, e andava verso quella parte dove questo nostro parlava con il signore. Il che veduto il nostro di subito fece segno che stessero indietro, perché costui mostrava di voler pace, e riferiva che la causa perché stavan cosí armati era perché poco avanti alcuni (volendo intender Fogheda e Nicuessa) avevano saccheggiato un loro borgo e fatti de' loro prigioni, e fra terra abbrucciatone un altro, e che desideravano vendicarsi dell'ingiuria ricevuta. Ma che non volevano contra chi non gli avesse ingiuriati far vendetta.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Anciso Fogheda Nicuessa