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      E venendo verso li nostri pareva che dicesse loro che non prendessero di quella acqua, percioché ella era cattiva, mostrandogli non troppo lontano de lí un altro fiume di miglior acqua dove volendo li nostri andare, questo cacique over signore avea posto in aguato da settecento Indiani, nudi con gli archi e freccie, percioché altri che li signori con quelli della sua corte non portan veste. Costoro assalirono li nostri, quali erano smontati per empier le barile d'acqua, con gran furia, e al primo tratto presero il battello e quello feceno in mille pezzi, poi tirorno verso li nostri tante freccie in un batter d'occhio che, avanti che si potessero coprir con gli scudi, ne ferirono circa quarantasette; de' quali, per il veneno che era sopra d'esse, un solo scampò, gli altri morirono, sette s'ascoson in un arbore corroso per vecchiezza e stettero fin a notte. Ma perché la nave si partí la notte si pensa che ancor loro fossero morti dagli Indiani.
      Detto Rodorico con questi infortuni finalmente giunse nel golfo di Uraba, in quella parte che guarda verso levante. E buttate l'ancore, non vedendo alcun delli compagni che pensava trovare, stette molto admirato. Non sapendo se fossero vivi overo avessero mutato luogo, deliberò di far loro segno della sua venuta, e però cariche tutte l'artigliarie a quelle ad un tratto fece dar fuoco, per il strepito delle quali tutto il golfo di Uraba risonò. E oltra di questo sopra le cime delli monti vicini fece far la notte fuochi grandissimi. Li nostri abitatori di Santa Maria dell'Antica, udito lo strepito e visti la notte li fuochi, conosciuto il giugner de' suoi, risposero ancor loro e con artiglierie e con fuochi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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