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      Certo chi leggerà le cose fatte dapoi per altri capitani con minor numero di gente in questa parte, comprenderà che la causa nascesse dalla poca prudenzia del detto capitano, qual dovea esser vile d'animo e di poco intelletto.
      Dismontato in terra che fu il Colmenar, come gli vidde cosí afflitti, se gli rappresentò avanti gli occhi il volto di tanti uomini morti; pur, dato loro le vettovaglie che seco avea condotte, gli consolò grandemente, e ritrovato Nicuessa e quello abbracciato, gli disse ch'egli era molto desiderato da quelli di Santa Maria dell'Antica del Darien, percioché, essendo tra loro grandissime discordie, speravano che con l'auttorità sua le si quetariano. Nicuessa ringraziò grandemente Colmenare che lo fusse venuto a trovare, e disse esser contento d'andarvi, e cosí d'accordo immediate montorono in nave; dove, dapoi che ebbero ragionato gli infortunii l'un dell'altro, Nicuessa, che già aveva scacciata la fame, cominciò a dir male degli Spagnuoli di Santa Maria dell'Antica, e che gli voleva levar via de lí e torgli ancora tutto l'oro che aveano, percioché senza licenzia del capitano Fogheda, ch'era suo collega, o sua, che eran capitani del re catolico, non potevan partirse fra loro quell'oro. Le quali parole venute all'orecchie delli detti Spagnuoli, con l'aiuto di Vasco Nunez e del baccalario Anciso, come giunsero li detti Colmenare e Nicuessa li vennero all'incontro, e con minaccie grandi strinsero Nicuessa a montar sopra un brigantino, con diecisette compagni soli di sessanta ch'avea menati seco, e partirsi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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