Pagina (157/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma la fortuna l'aveva aiutato, che sempre che gli andava o era a cavallo overo armato con lancia e spada, per il che agli Indiani non era mai bastato l'animo di ammazzarlo, e che vedendo non gli esser riuscita questa via, avea fatto adunar tutte le genti delli caciqui vicini e voleva venir a destruggier li cristiani.
      Intesa questa congiurazione, Vasco Nunez immediate ordinò che sessanta delli suoi ben armati lo seguitassino, non dicendo dove andava, e alla diritta s'indrizzò dove pensava che fusse il detto cacique Cemaccho, lontan dal Darien circa dieci miglia, qual trovò esser andato al cacique Daiba, signor di quel luogo che si chiama la Culata dalli nostri, e non gli potendo far altro prese un Indiano delli suoi primi, con molti servitori e alcune femine, e quegli menò prigioni.
      Dall'altro canto Colmenar andò ancor lui con sessanta compagni a contrario d'acqua con quattro barche, e aveva per guida il fratello di quella innamorata di Vasco Nunez, e gionse alla villa sopradetta di Tichiri, dove abbian detto che si conducevan tutte le preparazioni per venir a la ruina de' cristiani. Ed entrati nelle case e trovata gran quantità di vini, cosí bianchi come neri, e d'ogni sorte di pane e altre vettovaglie, quelle tolsero per loro uso; poi presero il capo di detta villa, il qual aveva il carico d'esser capitano generale a questa impresa contra cristiani, e quello con quattro delli primi Indiani fece legare ad alcuni arbori, e con freccie ammazzare, per essempio degli altri. Il che messe tanto terror in quella provincia, che piú alcuno non ebbe ardire di sollevarsi contra di loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Vasco Nunez Cemaccho Darien Daiba Culata Indiano Colmenar Vasco Nunez Tichiri Indiani