Pagina (166/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dismontati li nostri sul lito, gli appresentorono in lame e catene e simil cose lavorate tanto oro che valeva tremila castigliani, e un vaso come una botte di legno piena d'incenso che poteva esser da 2600 libbre a ragion di oncie otto per libra. Portorono ancora molti pavoni, molto differenti dalli nostri nel colore e nella grandezza. E oltra di questo alcuni panni di cottone lavorati di diversi colori, con alcune frangie overo cordelle alle quali erano appiccati alcuni pezzetti d'oro fatti di lamette.
      Veduto Vincenzianes la umanità di costoro volse star alcuni giorni in quel luogo, dove viddero pappagalli in tanto numero come sono a noi li passeri, e di tanti colori che non si potrian narrare, e alcuni tutti bianchi over rossi. De' quali una sorte ne era di grandezza come un gran cappone, e altri d'una sorte molto minori che passeri. E tutti cantavano variatamente, che era cosa dilettevole ad udire. Di questi furon tolti assai e mandati in Spagna al re, e furon visti da molti.
      Gli uomini andavano coperti con panni di cottone fino alle ginocchia, e le femine fino al collo de' piedi, ma il panno delle femine era semplice, quello degli uomini era doppio, e quasi come imbottito con altro cottone.
      Conobbe detto Vincenzianes che gl'Indiani, in ciascuna villa di questa provincia di Paria, fanno di nuovo ogni anno i loro governatori, i quali chiamano chiaconi, che vuol dir li piú onorati, alli quali obbediscono in ciascuna cosa che loro gli comandano; e se gli accade far guerra o pace gli stanno con gli occhi fissi a guardar nel volto, e quel che loro accennano subito è fatto, e chi non obedisce subito è morto dagli altri senza un minimo rispetto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Vincenzianes Spagna Vincenzianes Indiani Paria