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      E uno piú vecchio degli altri, alzate le mani e gli occhi verso il cielo, dimostrava il sole (quale adorano) e diceva ch'era irato per simil sceleraggine, e per questa causa si sentivan li tanti suoni e saette in quelle parti, e dalli monti correvan l'acque alcune volte con tanto impeto che menava via tutti li maizali, la qual cosa gli faceva morire di fame. E che levati via della terra simil tristi, il sole non saria piú adirato e gli lasciaria raccoglier il loro vivere. Queste parole piacquero molto a Vasco, e quanti di simil scelerati gli erano menati, tanti ne faceva morire. Conobbe che questi popoli erano molto docili, e che facilmente, se s'insegnasse loro, si redurriano a costumi civili. E oltre a questo, ch'erano uomini di cuore, e d'adoperarsi in guerra; però gli carezzò quanto potette.
      Il paese è molto sterile, per esser tutto sasso e montagna con le selve sopra, e qualche poco di valle la quale lavorano, né vi si trova oro in alcun luogo. Fra quelli monti sono freddi maggiori che nelle parti di pianure. Per questo li signori con li suoi cortegiani vanno vestiti d'un drappo di cottone fin alla centura, e alcuni piú abbasso. Il resto delle genti, che non possono con baratti aver di detti panni, vanno nudi, e s'hanno freddo si cuoprono con una sorte di foglie grandi d'alcuni arbori salvatichi, quali secche sono dure e non si rompono, anzi, addoppiate con certi legami con li quali le cucino insieme, si acconciano a modo d'un panno di cottone, e con quelle si difendono dal freddo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Vasco