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      Poi levatosi cominciò a salutar il mare, dicendo: "O mare del Sur, veramente per le ricchezze che si trovano appresso delli tuoi abitatori re degli altri mari, fa' che placido e quieto riceva la mia venuta, né ti disdegni che, d'oscuro e ignobile ch'eri per avanti, ti faccia al presente chiaro e nobilissimo appresso tutto 'l mondo. Iddio ti ha riservato, con la infinita sua sapienzia, a dimostrarti a' nostri tempi per qualche grande effetto che tien determinato. E però di nuovo ti saluto, o re degli altri mari". Il che detto accennò che venissero tutte le genti, le quali giunte alla detta sommità, e dimostratogli il mare, fece che tutti inginocchiati ringraziorono Iddio che gli aveva dato grazia d'esser discopritori di cosí gran tesoro. La qual cosa tutti ad una voce con grandissima allegrezza facendo, li monti e colli vicini tutti risonarono. E Vasco, chiamatigli a sé, diceva: "O carissimi compagni, eccovi il desideratissimo mare che dal figliuol di Comogro e da tanti altri Indiani n'è stato predicato, dove ci potremo far ricchi e sodisfar alli desideri nostri. E però, accioché nel tempo ch'ha a venire si conosca che noi siamo stati li primi a passar per questi luoghi, fatte in queste sommità da due bande monti di sassi, che saranno testimonii di questa verità". E cosí subito fu fatto, perché con l'aiuto degl'Indiani ch'erano con loro, fecero duoi grandissimi monti, e in mezo vi posero una croce fatta d'un altissimo arbore. Poi, descendendo dalle dette sommità, nella scorza di ciascuno arbore che trovavano ordinava che scrivesse il nome di Castiglia, facendogli appresso qualche monticello di sassi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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