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      Qual gli disse molte cose dell'incredibile fortezza delli nostri, e ch'avean le saette del cielo e le mandavan con fuoco adosso gli suoi vicini ogni volta ch'essi vogliono contrastare; ma venendo a dimandargli perdono gli usano misericordia e clemenzia. E che con l'amicizia delli nostri saria sicuro che mai alcun suo inimico li potria far guerra, ma staria in pace sempre. Da queste parole commosso, Coquera venne a trovar Vasco Nunez e fece pace con lui, e gli presentò oro in diverse cose piccole per valuta di seicento e cinquanta castigliani, e all'incontro Vasco gli donò delle cose sue. Il che fatto ritornorono a casa di Chiappe, dove si riposò alcuni dí.
      Quivi, informatosi d'un golfo grande lí vicino che fa il detto mare, chiamato oggi il golfo di San Michele, il quale dalla bocca sua insino all'estremo angulo può esser circa sessanta miglia di lunghezza, e si vede pieno parte d'isole abitate e parte di scogli deserti, detto Vasco deliberò di vederlo, ancor che dal cacique Chiappe con molte parole fusse dissuaso, qual diceva che per modo alcuno non era da navigarlo, per esser allora li mesi dell'anno nelli quali vi facevan grandissime fortune, e che spesse volte avea veduto molte di quelle sue culche da onde grandissime essere state inghiottite con tutti gli uomini. Vasco veramente, il quale non poteva star quieto e indarno, diceva che sperava che 'l nostro Signor Dio gli sarebbe in aiuto, massime trattandosi di cosa pertinente alla religion cristiana, perché si potria far duo servizii insieme, cioè raccorre oro assai per far guerra agl'inimici della fede nostra, e discoprire popoli nuovi e incogniti e poi fargli cristiani; e cosí persuasi tutti li compagni, montorono sopra nove culche, cioè barche.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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