Pagina (186/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Venuta la mattina, e andata giú la marea, li nostri come attoniti ritornorono al lito dove erano le culche, e quelle trovorono meze affondate e piene d'arena, perché per il battersi l'una con l'altra, ancor che fossero fatte d'un legno solo, erano sfesse in molti luoghi e le corde tutte rotte. Per la qual cosa fu di bisogno legarle con certi legami, li quali fecero d'alcuni scorzi d'alberi e d'una sorte d'erbe marine ch'erano flessibili e tenacissime, e le fessure turorono con dette erbe il meglio che potettero. E fatta bonaccia, se ne ritornorono mezi morti di fame, avendo buttato in mare per avanti ciò ch'aveano da mangiare, per salvar le persone. In questo tempo si sentiva un rumor grandissimo che faceva il mare, e non traendo vento non si sapeva da che procedesse; adimandati gl'Indiani pratichi di quello, dicevano che nel crescere over scemare del mare, per esservi molti scogli e isole, l'acque stringendosi e urtandosi l'una con l'altra facevan sentire detto rumore di lontano, e massimamente nelli tre mesi detti dal cacique Chiappe, cioè ottobre, novembre e decembre, e perché nominavano li mesi dalle lune, per esser il mese d'ottobre, mostrando la luna dicevano di quella e dell'altre due subseguenti.
     
     
      Come Tumacco signor su l'altro lito del golfo fu messo in fuga, rotto e ferito, dipoi fatta amicizia con Vasco gli donò oro e molte perle. Del ritorno d'esso Vasco in Darien, avuta prima notizia d'alcune isole ricchissime, e come si pescano le perle.
     
      Ristoratosi alcuni giorni, Vasco volse doppo andar a trovar un altro signore detto Tumacco, qual abita l'altro lato di quel golfo, dove giunto e trovatolo armato al modo degli altri fu messo in fuga e rotto, nel combatter ferito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Chiappe Tumacco Vasco Vasco Darien Vasco Tumacco