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      Era questo Tumanama nimico di Pocchorrosa. Per questo, quando Pocchorrosa intese la fantasia di Vasco, ch'era di distruggere il suo nemico, gli piacque molto questo disegno.
      Lasciò adunque Vasco nel paese di Pocchorrosa tutti gli ammalati, e chiamati a sé sessanta, che aveva sani e molto animosi, espose loro quello fusse da fare, e in un giorno fatto il cammino di due, a fine che Tumanama non avesse tempo a mettere insieme gente, successe loro quanto avevan disegnato. Perché al principio della notte insieme con gl'Indiani di Pocchorrosa l'assaltorono, e trovatolo sprovisto lo presero insieme con duoi Indiani che teneva appresso di sé e 80 femine, le quali per forza a diversi caciqui aveva tolte. Tutti gli altri subditi erano sparsi in diverse case all'intorno, non pensando a cosa alcuna di guerra, ma sicuri e oziosi.
      Le abitazioni di costoro non sono contigue, anzi separate, e tutte di legname e coperte di paglia ed erba o altra simil cosa, molto forti. Alla casa di Tumanama n'era appiccata un'altra, non inferiore a quella; la lunghezza di queste due case fu referito esser di 120 passa, e la larghezza di 50, ed eran fatte cosí grandi per far rassegna degl'Indiani da guerra, qualunche volta a Tumanama era mosso guerra.
      Preso che fu Tumanama con tutta la sua compagnia di femine, le genti di Pocchorrosa lo schernivano, sputando loro adosso e facendo molti altri atti di dispregio, i quali in quelle parti s'usano. E quando la nuova fu sparsa fra li vicini al suo stato, tutti ne facevan gran festa, perché esso era loro molto in odio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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