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      Per questo si può dire che quello che dalli vicini era stato detto a Vasco era la verità, e che li fatti respondevano alle parole, ancor che mai potessino far dire a Tumanama che nel paese suo fusse oro. Il che pensavano alcuni farsi da Tumanama, perché di quel poco oro ch'avevan trovato ne teneva poco conto. E altri dicevano che lui stava in questa ostinazione solo perché non arebbe voluto che li nostri, tirati da questo oro, fusser andati ad abitare in quella provincia. Ma questo poco li giovò, perché Vasco con gli altri suoi elessero per abitare la provincia di Tumanama e quella di Pocchorrosa, e pensavan d'edificare novi castelli in ciascuna di queste, sí perché fusser come un ricetto a quelli cristiani ch'andassero a quelle bande per passare al mar del Sur, sí perché pareva loro che quella terra fusse molto atta a produrre qualunche sorte di biada e arbori.
      Volendo per allora partir Vasco di quel luogo, volse di nuovo far prova d'un'altra terra, la qual al colore mostrava esser molto atta a generar oro, e cosí, fatta una fossa non molto profonda, in poco tempo referiscono essersi trovato tanto oro quanto era un castigliano, non però in un solo grano, ma in piú. Vasco, allegro per questi segni, dette buona speranza a Tumanama d'avere a tenerlo per amico, pur che lui non desse molestia ad alcuno di quelli che lui suoi amici lasciassi in quelle bande, e gli persuase che attendesse a cavare oro piú che poteva; Tumanama, rimasto in buona amicizia con Vasco, per mostrare quanto di lui si fidava, volontariamente gli dette un suo figliuolo, solo accioché conversando fra li nostri imparasse la lingua e li costumi nostri, insieme con la religione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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