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      In questo canal essendo entrato Vasco Nunez con tutti li compagni, furono assaltati d'ogni canto da detti Indiani, e gli furono tirate tante freccie venenate, e dietro e davanti, che non fu possibile di coprirsi tanto con gli scudi che non ne fussero feriti al primo tratto piú di 107, quali morirono.
      Vasco, essendosi trovato in tante zuffe con Indiani, e in tutte riportatone vittoria, non volse patir questa vergogna, ma smontato sopra una ripa con il resto si misse ad ordine meglio che potette, per esser il sito tutto intricato d'arbori, e con gli schioppi cominciò a salutargli. Gl'Indiani, udito lo strepito e veduto il fuoco, si misero a fuggire, ma vedendo che li nostri volevano montare sopra li palchi, dove erano lor mogli e figliuoli, come arrabiati fra quella densità d'arbori vennero di nuovo ad assaltargli, non stimando la morte, e tirorono tante freccie e dardi che la maggior parte degli smontati furono feriti; e Vasco medesimo ebbe due ferite, una sopra 'l viso d'una spada di legno, la qual tagliava come se la fusse stata di ferro, l'altra fu d'un dardo che gli passò il braccio diritto. Quelli ch'eran restati ne' brigantini, dagl'Indiani ch'eran dall'altro canto del canale furono similmente per la maggior parte feriti, tanto che finalmente Vasco ferito, con gli altri molto maltrattati, furono costretti tornarsene alle barche a seconda del fiume e andarsene al Darien.
     
     
      Come Petraria, governator della terra ferma dell'Indie occidentali, dopo scoperte alcune isole, monti, fiumi e porti, entrò nel porto di Santa Marta, dove abitano uomini ferocissimi, e come furono ribattuti da' nostri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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