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      Ancor che di questo entrar dell'Oceano per lo stretto di Ghibilterra un savio antico n'adducesse questa ragione, che essendo l'Oceano manco profondo che il mar Mediterraneo, perché in quello non regnano venti che lo cavino come negli altri mari, e massime che quella parte che è vicina all'isola Corsica e Sardigna, nel qual luogo questo medesimo ha opinione che quel sia piú profondo che in alcun'altra parte del mare Mediterraneo, per questo l'Oceano sbocca per detto stretto nel detto mare, per correre a un luogo piú basso.
      Quelli che hanno navigato la costa di detta terra ferma dell'Indie, pensano che in quelle parti dove la terra si ristrigne, fra il mar del Nort e il mar del Sur, o vogliam dir fra la Città del Nome di Dio e Panama, gradi sette sopra l'equinoziale per spazio di miglia ottanta, siano caverne grandissime, per le quali tutte l'acque d'un mare sbocchino nell'altro, girandosi poi verso levante, e che la causa di questo girare sia il moto del sole che le tiri seco. Altri credono che per queste caverne l'acque corrino al suo principio, il quale sia in mezzo della terra, secondo l'opinione d'un savio antico, dal quale di nuovo dipoi eschino e vadino girando successivamente. Altri dicono che le dette acque corrono a ponente, perché sono strette da innumerabili isole, che di continuo si veggono, non troppo lontane dalla costa, e che poi che sono corse in capo d'un golfo che fa detta costa, l'ultimo angulo del quale è gradi ventitre sopra l'equinoziale, girino intorno, come si vede che fanno l'acque nelle volte d'alcuni fiumi grandi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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