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      E allontanatisi da quel luogo dieci miglia, trovorono un cacique vecchio che gli aspettava, e fece loro buona ciera. Ma non trovorono oro, perché non molti mesi avanti, per la guerra fattagli da un cacique vicino, era stato saccheggiato. In tutto questo paese intesero che si trovava oro, e viddero la terra molto grassa e piena d'arbori carichi di frutti e fiori. Ma partiti del detto luogo camminorono alcune giornate per paese diserto e non lavorato.
      E un giorno viddero al traverso venire duoi Indiani carichi, quali presi trovorono che ciascuno avea un sacco pieno di pane di maiz, e dimandati donde venivano, dissero che erano pescatori d'un cacique detto Totonoga, qual abitava sopra il mare, e che lui gli avea mandati con detti sacchi pieni di pesce ad un altro cacique che abita fra terra, detto Periquete, con il qual avean barattato li pesci con pane. Con la guida di detti Indiani li nostri arrivorono al cacique Totonoga, il paese del quale è alla parte di ponente del golfo detto di San Michele, dove arrivati il detto cacique venne loro incontro, menato da alcuni schiavi Indiani percioché gli era cieco. Entrati li nostri in casa, essendo stato presentato loro da mangiare, cominciorono a dimandar oro, minacciando d'ammazzarlo se non ne dava assai. Per questo il cacique gli dette oro in diverse cose per valuta di seimila castigliani, e tra questi un grano cosí come l'avean trovato nelli fiumi, di valuta di duoi castigliani.
      Partiti di qui, seguendo il lito, arrivorono ad un cacique detto Taracura, al qual tolsero oro per valuta d'ottomila castigliani; ma volendo andar a far il simile ad un suo fratello detto Panome, non potetter farlo, perché costui se ne fuggí e portò seco l'oro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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