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      La medesima disaventura accadde ad un altro capitan detto Giovanni Ponzio, qual similmente nel detto anno fu mandato dal re catolico con alcune caravelle alla destruzione de' canibali. Costui, trovandosi in corte di sua maestà, e udendo tutto il giorno nuove di quelli che venivan dall'Indie, e come li canibali che abitano l'isole facevan gran danni a qualunque vi s'appressava, faceva gran bravarie, dicendo che se lui avesse carico e modo di far questa impresa in pochi giorni gli distruggerebbe. Per il che il re catolico gli armò due caravelle, con le quali messosi in cammino arrivò ad una di dette isole che si chiama Guadaluppa. Come li canibali lo viddero venire si misero in agguato, e non si mostrorono mai fin che questo capitano insieme con alcuni compagni smontati in terra appresso un fiume, per farsi d'alcune femine che avevan seco lavare li loro panni. Come li canibali gli viddero allontanati dal lito gli furono subito intorno, e prima ammazzate le femine con molti delli compagni, fecero che 'l capitan, ferito ancor lui d'una freccia, con duoi di loro soli fuggisse alli navili, dalli quali viddero che li canibali arrostirono tutte le femine e compagni morti e quelli si mangiorono. Questo capitan con la sua caravella non si sa dove capitasse, perché dapoi non se n'ebbe novella alcuna. L'altra caravella si tornò in Spagna.
     
     
      Come, nata inimicizia tra il governatore e Vasco Nunez, si partí con trecento uomini per andar ad abitar presso al mar del Sur, e fatto con gran prestezza quattro caravelle, il detto governatore, mandatolo a chiamare, lo fece miserabilmente morire.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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