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      E messo insieme tutto l'oro e robbe sue menò seco 300 delli suoi fidati del Darien; quali molto volentieri lo seguitorono, sí per non star sotto il governatore, sí ancor perché speravan farsi ricchissimi. E con molti schiavi indiani, che gli portorono dietro tutte le lor robbe e vettovaglie, in pochi giorni giunse al paese del cacique Chiappe e Tumacco, dove fu ricevuto con tanta allegrezza che piú non si potria dire.
      Vasco, ancor che con speranza di far una città appresso li liti del detto mare, in qualche bel e commodo sito, avesse condotti li sopradetti 300 suoi fidati, volse pur fabricar quattro caravelle e con quelle andar scorrendo per detto mare, tanto che arrivasse all'isole dove nascon le spezierie, giudicando di far con questo suo viaggio grandissimo beneficio al re catolico. E fece far dette caravelle con l'aiuto delli detti caciqui, quali gli mostrorono boschi d'arbori grossissimi e pece assai di pini e altri simili arbori, e fu tanta la solicitudine delli maestri che menò seco Vasco, aiutati in molte cose dagl'Indiani di Chiappe e Tumacco, che in poco tempo furon fabricate le quattro caravelle, tutte confitte con chiodi di legno che non eran manco forti che se fussero stati di ferro. Mentre che le dette caravelle si fabricavano, Vasco fece condur dal Darien molte tele di cottone per far vele, e per le sartie presero l'erba del sparto e alcune radici d'erbe molto flessibili, le quali gli Indiani usano a questo ufficio.
      Dapoi alcuni giorni che dette caravelle furon fornite, avendo presentito Vasco che molti delli suoi compagni andavan mormorando che non volevan esser condotti sempre alla ventura, senza saper dove andassero, e che volevan una volta riposare, e godere quel che avevan guadagnato senza travagliar di continuo, per quietargli e fargli piú pronti a seguitarlo ovunque andasse gli chiamò tutti insieme, alli quali parlò in questo modo: "Carissimi compagni, con la fortezza e pazienzia delli quali io ho espedito cosí gloriosa impresa, come è stato lo scoprir di questo mare, voi vedete la grande insolenzia e mali modi del governatore, qual, non contentandosi delli titoli e autorità che gli ha dato la maestà del re sopra la terra ferma dell'Indie, vorria ancora che io, il quale per le fatiche mie sono stato fatto da sua maestà capitano delle genti del Darien, gli fusse servitore, e comandarmi come a uno schiavo indiano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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