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      Il che veramente, ancor che mi fusse parso grave, pur pazientemente l'averei sopportato, quando in questo nostro obedire fusse stato il beneficio del re. Ma l'animo altiero e avaro di costui non era per questo per acquietarsi, percioché avendo inteso il tanto oro che da noi con tanti sudori e fatiche era stato guadagnato, voleva, trovata questa occasione d'inobedienzia, spogliarci di quello insieme con la vita; e per questo siamo stati astretti, volendo viver sicuri, di partirci dal Darien e venir a questo alto mare, dove ancora, se non eleggiamo qualche luogo lontano e sicuro dove non possa facilmente trovarci, sappiate certo che non staremo sicuri dall'avidità di costui. E però, avendone il nostro Signor Dio preparato il modo con il quale possiam uscir di questo sospetto, che sono queste quattro caravelle, messe ad ordine con tutte le vettovaglie da questi caciqui nostri amici, montiamoci sopra allegramente, e seguitiamo il camino dove la maestà divina ne guiderà. Voi vedete la grandezza di questo mare e avete inteso l'infinite ricchezze d'oro e perle che si trovano appresso gli uomini che ci abitano intorno; a noi sta elegger quella provincia che sia d'aere temperato, e di sito atto a produrre ciò che fa di bisogno al viver nostro, e in quella fabricare una città dove possiamo allegramente, quel tempo che ci resta di vita, godere le ricchezze che abbiam guadagnate. E non dubitate che sí come fin ad ora Iddio in ogni impresa non c'è mancato, ma sempre ci è stato favorevole, cosí per l'avvenire non facci il medesimo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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