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      Hanno, oltra le sopradette sorte di areyti delle origini delle cose e fatti de' lor antichi, alcuni altri composti d'amore, nelli qual laudano le loro innamorate e poi dicono le passioni che sentono come le veggono, over in sua absenzia quando di lor pensano. Ne hanno alcuni altri molto lamentevoli, e con voci rotte e delicate, quando voglion piangere. Altri terribili, e con voci piene di gravità, quando voglion inanimar gli Indiani, che vadin arditamente adosso gl'inimici e non dubitino di morire, perché morendo per difension della lor patria anderanno a star appresso il sole. E alla sorte di questi suoi areyti accommodano la voce e gli suoni che fanno con quelli suoi maguey.
      In questi suoi areyti ne hanno uno antichissimo, lasciatogli di mano in mano per molte età e generazioni dalli suoi antichi. Il qual è fatto con voci piatose e lamentevoli, nel qual è predetto la venuta delli nostri a quella isola. E quando lo cantavano sempre gli cadevan le lagrime dagli occhi, e gemendo dicevano Guamaonocon, cioè Dio eterno, aver determinato che maguacochios, cioè uomini vestiti, venissero in quella isola armati con spade, che in un colpo tagliariano un uomo dal capo in sino alli piedi, e levarian via tutti li lor Cemi e lor cerimonie, sotto il giogo delli quali tutti li loro figliuoli e posterità eternamente stariano. Molti delli detti Indiani pensavan che volesser dir delli canibali, che dovesser vestirsi e armarsi di spade di legno, e per questo ogni volta che gli vedevan venire fuggivano e ne avean grandissima paura.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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