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      E referiscono che li figliuoli che nacquero di queste uscirono delle spelonche, né piú il sole gli transformò in altra cosa, ma abitorono tutta la terra.
      Del principio del mare dicono che già fu un uomo molto potente detto Iaia, al qual morse un figliuolo che aveva solo, e volendolo sepellire, né avendo dove, lo misse in una grandissima zucca, e questa collocò alle radici d'un monte non molto lontano dal luogo dove abitava, e spesso andava per desiderio che aveva del figliuolo, a vederla. E che un giorno fra gli altri, avendola aperta, saltoron fuori balene e altri pesci grandissimi. Dalla qual cosa spaventato Iaia, tornato a casa, narrò alli vicini tutto quello che gli era intervenuto, dicendo che quella zucca era piena d'acqua e d'infiniti pesci. Questa cosa divulgatasi, quattro fratelli nati d'un parto, per desiderio di pesci, andorono dove era la zucca, e toltala in mano per aprirla, sopragiunse Iaia. Costoro, vedutolo, per paura che ebbero la buttorno in terra, la qual per il gran peso ch'era in quella si ruppe, e per le fissure venne fuora il mare, e che tutta la pianura secca, qual si vedeva senza fine o termine alcuno da ogni canto, ripiena d'acqua fu sommersa. E che solo li monti, per la sua altezza, rimasero scoperti da tanta inundazione; e cosí credono che detti monti siano l'isole e l'altre parti della terra che si veggono al mondo.
      Hanno una gran superstizione, che pensano che li morti il giorno stiano nascosi, e la notte vadino di qua e di là, e che mangiano un frutto detto guabana, del qual abbiam detto, e dirassene nel seguente libro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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