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      E qualche volta entrano in letto dove dormono le donne Indiane, presa forma d'uomo; e che le donne gli conoscono in questo modo. Se alcuna la notte dubita che alcun morto sia venuto nel suo letto, subito gli mette la mano sopra l'umbilico, qual non gli trovando subito il morto dispare. Perché hanno opinione che li morti possino transformarsi con tutte le membra dell'uomo, eccetto che l'umbilico. Dicono che di notte spesso nelle strade publiche appariscono li morti, contra li quali, se l'uomo fa buon cuore e non si perde d'animo, subito il morto disparisce; ma se si mostra aver paura, quella ombra gli va adosso, e nuoce loro tanto che spesso rimangono storpiati e persi in qualche parte della persona.
      In questa isola sono quelli che chiamano boitij, overo tequina, quali abbiamo detto che insegnano alli figliuoli delli caciqui gli areyti. Costoro sotto ombre grandi alcuni giorni determinati fanno congregare tutta la plebe, e stando a sedere sopra un arbore gli dicono tutte le sopradette superstizioni overo favole, e appresso come il Cemi over Tuyra gli ha parlato e dettogli quel che hanno a fare e quel che debbe venire, e sono di grande auttorità appresso ciascuno.
      Sono ancora medici, perché conoscono l'erbe e virtú di quelle, con il succo delle quali fanno maravigliose prove a sanar ferite. E quando alcun cacique s'ammala, chiamano uno di questi boitij, qual, pigliandolo a guarire, s'obbliga a digiunare e a pigliar dell'erba detta chohobba, la quale lo fa infuriare e voltar gli occhi e uscir fuori di sé; e dapoi alquanto spazio che costui ha fatto questo, fa collocare l'ammalato in mezzo una camera, dove non vuole che sian presenti se non duoi o tre delli suoi piú stretti parenti, e costui gli va intorno tre o quattro volte torcendo il viso e la bocca, e facendo li piú strani atti che mai si vedessero con le mani e co' piedi, e spesso gli soffia sopra la fronte, collo o tempie, e tira a sé il fiato, e dice cavargli delle vene tutto il male; dapoi gli frega le spalle, coscie e gambe, il che fatto strigne tutte due le mani insieme e va correndo alla porta, dove, scosse che l'ha molto bene, dice aver scacciato fuori il male e che fra pochi giorni l'ammalato guarirà. Dapoi, ritornato all'ammalato, gli dà a bere il succo d'alcune erbe che lo purgano, over gli ordina che non mangi fin l'altro giorno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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