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      E questo basti quanto a quello che appartiene all'isole, dapoi che del traffico e ricchezze di quelle, nella istoria quale scrivo, nissuna cosa resta a scrivere di quanto fin ad ora si sa.
      E passiamo a quello che di terra ferma posso ridurmi alla memoria. Pure prima mi soviene d'una malatia che è nell'isola Spagnuola e altre isole che sono state abitate da' cristiani; la quale già non è cosí ordinaria come fu nelli principii che dette isole si acquistorono, ed è che agli uomini nasce nelli piedi tra pelle e carne, per industria d'un pulice, o cosa molto minore che il piú picciolo pulice, che entra lí dentro, a modo d'una borsa picciolina cosí grande come un cece, e si empie di lendine, che è il lavoro che quella cosa fa, e quando non si tira via con tempo lavora di sorte e cresce quella specie di niguas, perché cosí si chiama questa bestiola, nigua, di modo che restano gli uomini deboli di qualche membro e storpiati delli piedi per sempre, tale che piú di loro non possono servirsi.
     
     
      Delle cose della Terra ferma.
      Cap. IX.
     
      Gl'Indiani della terra ferma, quanto alla disposizione della persona, sono maggiori un poco, e piú uomini e meglio fatti, che quelli dell'isole, e in alcune parti sono belli e in altre non tanto; combattono con diverse armi e in diversi modi, secondo l'uso di quelle provincie o parti che stanno. Quanto al maritarsi, fanno nel modo che s'è detto che si maritano nelle isole; perché in terra ferma similmente non si maritano con sue figliuole, né con sorelle, né con sua madre.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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