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      Delle nottole.
      Cap. XXXVI.
     
      Dapoi che nel capitolo di sopra s'è detto della contenzion delle passere notturne e delle nottole, voglio concludere con le dette nottole. E dico che in terra ferma sono molte d'esse, che furono molto pericolose alli cristiani nelli principii che in quelle parti passorono con il capitano Vasco Nunez di Valboa, e con il bacilier Enciso, che acquistò il Darien. Perché, per non sapersi allora il facile e sicuro rimedio che si ha contra il morso della nottola, alcuni cristiani morirono allora, e altri stettero in pericolo di morire, fino che dagl'Indiani si seppe il modo nel quale s'aveva a medicar quel che fusse morso dalle dette nottole. Queste nottole sono né piú né manco come quelle che sono in queste parti; e sogliono mordere la notte, e per la maggior parte beccano la punta del naso, o la cima della testa, o delle dita della mano o delli piedi, e cavano tanto sangue del morso che non si potria creder chi non lo vedesse. Tengono un'altra proprietà, che è che, se fra cento persone beccano un uomo una notte, la seguente notte, o un'altra, non becca detta nottola se non quel medesimo morso, ancor che sia fra le cento persone.
      Il rimedio del morso è di prender un poco di cenere, calda quanto si possa soffrire, e metterla sul morso. Ha ancora questo morso un altro rimedio, che è tor acqua calda quanto si possa soffrire il caldo di quella, e lavare il luogo morso, e subito cessa il sangue e il pericolo, e guarisce molto presto la piaga, la qual è picciola, perché la nottola fa un morso picciolo tondo e leva via poca carne.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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