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      Cap. XL.
     
      Delle galline ve ne sono assai di quelle di Spagna, e ogni giorno si vanno aumentando molto, perché gli abitatori non lasciano di metter in covo quante ova possono coprire con l'ale, e hanno avuto principio da quelle che di qui furon portate in quelle parti; sonvi oltra di queste ancora galline salvatiche, che sono cosí grandi come pavoni, e sono nere, e la testa e parte del collo alquanto berrettina, o non cosí nera come è tutto il resto del corpo; e quel berrettino non è piuma, ma è la pelle che sta sopra il collo. Sono di molto mala carne e peggior sapore, e molto golose: mangiano molte sporcizie, e Indiani e animali morti, e hanno un odore come musco, e questo fin che sono vive, perché come sono morte perdono quell'odore, e a nissuna cosa sono buone, salvo le sue penne, per impennar le freccie e verrettoni. E sopportano molto gran colpi, e vuol ben essere gagliarda la balestra che l'ammazza, se non sono ferite nella testa o che non gli sia rotta alcuna delle ale. E sono molto importune e desiderose di star in luoghi abitati o intorno di quelli, per mangiare le immundizie.
     
     
      Delle pernici.
      Cap. XLI.
     
      In terra ferma sono pernici molto buone, e di sí buon sapore come quelle di Spagna, e sono cosí grandi come le galline di Castiglia; hanno le polpe doppie, una sopra l'altra, di modo che hanno di due sorti carne, e tanta che vuol ben essere un buon mangiatore quello che ad un pasto in una volta ne mangierà una. Le penne sono berrettine, e cosí nel petto come nelle ale e collo, e tutto il resto sono del medesimo colore e penne che hanno le pernici di qui sopra le spalle, e nessuna penna tengono d'altro colore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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