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      E bisogna aver aviso che, subito che cominciano a far quelle cappe over sentiero coperto, di romperle, avanti che abbino luogo da far danno nelle case, perché questi animaletti nelle case sono come tarme ne' panni.
      Vi sono ancora delle altre formiche, maggiori delle sopradette e con gran differenza; ma di tutte le piú triste sono quelle che sono nere, e sono quasi tanto grandi quanto l'ape di qui, e queste sono tante pestifere che con quelle e altre materie venenose gl'Indiani fanno il veneno che mettono in capo delle saette, il qual veneno è senza rimedio, e tutti quelli che sono feriti di quelle saette muoiono, che di cento non ne scampano quattro. Si è visto molte volte per sperienza, in molti cristiani morsi da queste formiche, che subito che sono morsi viene loro la febre grandissima, e nasce una panocchia a colui che è stato morso. Altre ne sono della grandezza di quelle di Spagna, ma sono rosse, e queste e la maggior parte delle dette di sopra, che sono in terra ferma, sono di passaggio.
     
     
      De' tafani.
      Cap. LIII.
     
      In terra ferma sono molti tafani, e mordono molto, e sono di molte e differenti sorte, e tanti che sarebbe longo e noioso processo a scriverne, e non piacevole al lettore.
     
     
      Delle formiche alate.
      Cap. LIIII.
     
      In quelle parti sono molte formiche alate, della medesima sorte di quelle di Spagna; e cosí si generano quando alle formiche nascono l'ale, e sono alquanto minori di quelle di qui.
     
     
      Delle vipere e colubri e serpi e lacerti e rospi e altri simili animali.
      Cap. LV.
     
      In Terra ferma, in Castiglia dell'Oro, sono molte vipere, della medesima sorte di quelle di Spagna, e quelli che sono morsi da quelle muoiono molto presto, perché pochi arrivano al quarto giorno se presto non sono aiutati; nondimeno infra quelle ne è una spezie minor dell'altre, e hanno la coda alquanto tonda, e saltano nell'aere a morder gli uomini: e per questo alcuni chiamano tiro questa sorte di vipera, e il morso di queste tali è piú venenoso, e per la maggior parte è incurabile.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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