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      Dopo la quale si sparse per tutta la cristianità e passò in Affrica, per mezzo d'alcune donne e uomini malati di questa infermità, perché a nissun modo si attacca tanto quanto per il congiungimento dell'uomo con la donna, come si è visto molte volte; medesimamente nel mangiar nelle scodelle, e bere nelle tazze e coppe dove gl'infermi di questo mal usano, e molto piú nel dormir nelli lenzuoli e veste dove sian dormiti tali infermi; ed è tanto grave e travaglioso male che non è persona che abbi intelletto che non vegga tutto il giorno infinite persone rovinate per questo male, e che paiono peggio che gli ammalati di san Lazaro.
      Il che è accaduto alli cristiani, in modo che molti di loro son morti, e pochi ne sono che non prendino questo male, se usano o si congiungono con l'Indiane: pure, come è detto, non è cosí cattivo in quelle bande come qui, sí perché questo arbore è loro piú a proposito, e per esser fresco fa maggior operazione, sí ancora perché la temperie dell'aere è senza freddo e aiuta piú tali infermi che non fa l'aere di qui, per il che è piú eccellente in quelle parti questo arbore per questo male; e per esperienzia fa maggior profitto quel che si porta dall'isola che si chiama La Beata, qual è appresso alla città di San Domenico dalla Spagnuola, alla banda di mezzodí.
     
     
      Xagua.
      Cap. LXXVII.
     
      Tra gli altri arbori che sono nell'Indie, cosí nell'isole come in terra ferma, è una sorte di arbori che si chiamano xagua, della qual sorte ve ne sono in molta quantità. Sono molto alti, diritti e belli in vista, e si fanno di essi molte buone aste da lancie, lunghe e grosse quanto le vogliono; e sono di bel colore, tra berrettino e bianco.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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