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      Il maggiore arbore ch'io abbi veduto in quelle parti o in altre, fu nella provincia di Guaturo, il cacique della quale, essendosi ribellato dalla obedienza e servizio di vostra maestą, fu da me cerco e preso. E passando con la gente che meco veniva per una montagna molto alta e piena d'arbori, nella sommitą di quella trovammo un arbore tra gli altri che teneva tre radici over parti in triangulo a modo d'un trepiedi, ed era tra ciascuno di questi tre piedi aperto per spazio di venti piedi, e tanto alto che un'alta caretta carica, della sorte che 'n questo regno di Toledo si usa al tempo che si raccoglie il grano, molto commodamente saria passata per ciascuno di questi tre lumi, overo spazii che erano fra pič e pič. E dalla terra in su era l'altezza d'una lancia da fante a pič, e dove si mettevano insieme questi tre legni o piedi si riducevano in un arbore o tronco, il qual montava molto piś alto in un pezzo solo, avanti che spargesse rami, che non č la torre di S. Roman di questa cittą di Toledo, e da quella altezza in suso gettava molti rami grandi. Alcuni Spagnuoli montarono sopra il detto arbore, e io fui uno di quelli: e quando fui arrivato sopra il detto, dove cominciava a gettare fuori i rami, era cosa maravigliosa a vedere il gran paese che de lķ si discopriva verso la parte della provincia d'Abraime. Era molto facile il montare sopra detto arbore, perché erano molti besuchi, de' quali č detto di sopra, intorti intorno al detto arbore, che facevano a modo di scalini sicuri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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