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      Per navigare adunque in provincie cosí remote da terra ferma, come sono queste Indie, bisogna che il pilotto della ragione del quadrante si serva, e al contrario, per poter del quadrante servirsi, vi si richiedono mari di molta longhezza e ampiezza, come sono da questa parte fino in Europa, o pure di qua verso la terra ferma di queste Indie che abbiamo da ponente.
      Ora, mosso il Colombo con questo desiderio, come colui che sapeva il secreto e l'arte di questa navigazione (quanto al saper navigarvi), e che si sentia certificato della cosa, o per l'aviso del pilotto, che abbiamo di sopra detto che gli diede di questa incognita terra notizia (se cosí fu), o per le auttorità tocche nel precedente capitolo, o in qualunque modo si fosse che il suo desiderio ve lo spingesse, egli travagliò molto, per mezzo di Bartolomeo Colombo suo fratello, col re Enrigo VII d'Inghilterra, padre d'Enrigo VIII che oggi vi regna, perché il favorisse e l'aiutasse a potere andare a discoprire questi mari d'occidente, offerendosi di dover dargli molti tesori per aumento di sua corona e nuovi stati di gran signorie e regni. Ma il re, informato dai suoi consiglieri e da persone alle quali fu la essamina di questa cosa commessa, si fece beffe di quanto il Colombo diceva, e tenne tutte per vane le sue parole. Egli, che vidde non essere udito, non si sconfidò già per questo, ma cominciò a trattare di nuovo questo negozio col re don Giovanni, II di questo nome, in Portogallo; ma né anco qui ebbero effetto alcuno le sue parole, benché fosse egli maritato in questo regno, e si fosse per questo maritaggio fatto vassallo di questo re.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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