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      Qui si fermarono, perché vi ritrovarono un popolo e una abitazione d'Indiani, e qui fece Michel Dias amistà con una Indiana, cacica o signora che vogliam dire, che poi si chiamò Caterina, e ne ebbe col tempo due figliuoli. Or, perché questa Indiana principale di quel luogo gli volse bene, lo trattò come amico e amante caro; e per suo rispetto fece anco carezze agli altri, e gli diede notizia delle minere che sono sette leghe da questa città lontane, e lo pregò che chiamasse e facesse venire in questa contrada cosí fertile e bella, e con cosí bel fiume e porto, tutti que' cristiani suoi amici che nella città d'Isabella si ritrovavano, che essa gli manterebbe e darebbe quanto bisognato lor fosse.
      Michel Dias, per compiacere a questa sua donna, o perché gli parve che con questa buona nuova avrebbe dal don Bartolomeo Colombo ottenuto il perdono (ma principalmente fu che a Dio piaceva che cosí fusse, e che non morissero quegli altri cristiani che erano avanzati vivi), si partí co' suoi compagni, attraversando l'isola con la guida d'alcuni Indiani che quella sua amica gli diede, finché giunsero ad Isabella, che è da 50 leghe da questa città di S. Domenico lontana. Qui tenne modo di parlare secretamente con alcuni suoi amici, e inteso che quel suo nemico stava già sano, ebbe ardire di comparire avanti al suo signore e di chiedergli perdono in pago de' suoi servigi, e della buona nuova che gli portava di quella fertile terra e delle minere dell'oro. Il Colombo lo ricevette caramente, e gli perdonò e pacificò col suo nemico.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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