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      Egli, dopo ch'ebbe inteso le cose di questa provincia, deliberò d'andarvi in persona a vederle, e cosí, con quella compagnia che gli parve, vi venne, e ritrovò essere vero quanto il giovane detto aveva. Quivi, entrato in una barchetta di quelle degl'Indiani, fece tentare e vedere l'altezza di questo fiume chiamato Ozama che per questa città passa, e cosí anco l'altezza della bocca del porto, e ne restò molto contento. Volle anco andare alle minere dell'oro, ove stette due dí, e vi fu raccolto qualche poco d'oro Dopo questo se ne ritornò alla città d'Isabella, e con queste buone novelle fece senza fine lieti tutti i suoi; e fece tosto dar ordine per dover partire per questo luogo per terra, e tutte le loro robbe che ivi aveano fece portare per mare da due caravelle che ivi erano. E giunse in questo porto (come vogliono alcuni) di domenica a' 5 d'agosto, nel dí di S. Domenico del 1494, e fondò e diede principio a questa città; non già in quel luogo dove ora sta, perché non volle dalla sua terra cacciare la signora Caterina né gli altri Indiani che vi vivevano, onde la fondò dall'altra parte di questo fiume Ozama, dirimpetto a questa nostra città. Ma, desideroso io di sapere la verità perché questa città fosse chiamata di San Domenico, ritrovo che, di piú che di domenica e del dí di S. Domenico si cominciò ad abitare, e se le diede tal nome perché il padre dell'admirante don Cristoforo Colombo e di questo don Bartolomeo suo fratello si chiamava Domenico, in memoria del quale suo figlio questo nome le pose.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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