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      Delle due infirmità notabili e pericolose che quei primi cristiani in queste Indie sentirono, e ve le sentono anche oggi alcuni, e una di loro fu transferita in Spagna, e poi per tutti gli altri luoghi del mondo.
      Cap. XIV.
     
      Poi che tanta parte dell'oro di quest'Indie è passata in Italia e in Francia, e nelle contrade di mori medesimamente, è ben giusto che provino anco tutti questi luoghi delle nostre fatiche e dolori, accioché o per l'una via o per l'altra, cioè o del bene o del male che avuto ne hanno, si ricordino di ringraziar molto il Signor Iddio; e col male e col bene s'abbraccino con la santa pazienzia di Giob, che né con l'esser ricco fu superbo, né con l'esser povero e impiagato fu impaziente.
      Mi ridea molte volte in Italia sentendo dagli Italiani nominare il mal francese, e dalli Francesi dir il male di Napoli: e in effetto, che e questi e quelli avrebbono indovinato il vero nome, se il male dell'Indie chiamato l'avessero. E che sia cosí il vero il mostrerò in questo capitolo, con la molta isperienzia che s'è già fatta del legno santo e del guaiacan, con che principalmente piú che con altra medicina si guarisce questa orrenda infermità delle bughe; perché la clemenzia divina, dove per nostri peccati permette il male, ella per sua misericordia provede di rimedii. Ma di questi due alberi si dirà appresso, nel decimo libro. Ora diciamo come queste bughe passarono in Spagna da questa isola Spagnuola con le monstre dell'oro.
      S'è nel precedente capitolo detto che nel 96 ritornò il Colombo in Spagna.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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