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      Or, quanto alla santa croce della Concezione della Vega, si dee sapere che nel secondo viaggio che l'admirante don Cristoforo Colombo fece a questa isola comandò ben a venti uomini de' suoi che tagliassero un albero diritto e alto e ne facessero una croce. La maggior parte di questi a chi fu imposto erano marinai, e con loro andò Alonso di Valenzia, e tagliarono un albero grosso e tondo e ne troncarono un pezzo della parte piú alta, e ve lo attraversarono facendone una croce, che fu da disdotto o venti palmi alta. Affermano molti, e per cosa publica e certa tengono, che questa croce abbia quivi poi fatti miracoli e che abbia questo legno sanati molti infermi; ed è tanta la devozione che v'hanno i cristiani che ne tagliano e furano alcuni pezzotti, per portarli come reliquie sante in Spagna e in altre parti. E in effetto ella è tenuta in molta venerazione, sí per li suoi miracoli come perché, in tanto tempo che è stata scoverta a cielo aperto, non s'è mai putrefatta né caduta mai per tempesta di vento o d'acqua che fatta abbia; né la poterono mai gl'Indiani muovere da quel luogo, ancorché con corde legandola s'ingegnassero gran quantità di loro di trarla fuori; onde pieni di spavento la lasciarono finalmente stare, quasi a questo modo della sua santità ammoniti. E veggendo come i cristiani hanno in molta riverenzia la croce, e che essi con tanta forza non erano bastanti a muoverla, la solevano poi con certo rispetto e riverenza mirare, e se gl'inchinavano e umiliavano veggendola.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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