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      L'admirante, udendo questo, rimandò a dire al commendatore maggiore che, poiché non voleva che esso entrasse in que' luoghi che esso avea discoverti, che l'obediva, ma che pensava che non era questo il servigio delli re catolici; solo li chiedeva di grazia che non avesse fatto uscire del porto quella armata, perché non li pareva il tempo buono, e che esso perciò s'andava a cercare porto sicuro, poiché nol ritrovava quivi. E cosí se n'andò con le sue caravelle a porto Ascoso, che è in questa stessa isola, dieci leghe lontano da questa città di S. Domenico, dalla banda di mezzogiorno verso ponente, e quivi si stette finché passò la tempesta che appresso diremo; e poi attraversò la volta della costiera di terra ferma, e discoprí quello che al suo luogo si dirà appresso. Alcuni altri dicono che egli se n'andasse ad Azua, e che quivi stesse finché la tempesta cessò.
     
     
      Di quello che discoprirono nella costiera di terra fermai capitani Alonso d'Hoggieda e Rodrigo di Bastidas.
      Cap. VIII.
     
      Mentre l'admirante don Cristoforo Colombo stette in Spagna, il capitano Alonso di Hoggieda, col favor del vescovo don Giovan Rodrigues di Fonseca, ch'era il principale che nel governo di queste Indie intendeva, andò a discoprire nella costiera di terra ferma, e tenne il suo pareggio a riconoscere sotto il fiume Maragnon nella provincia di Paria; e prese terra otto leghe sopra dove è la terra di Santa Marta, in una provincia che si chiamava Cinta, dove era uno caciche chiamato Aiaro, che restò pacifico e molto amico de' cristiani; il quale prese poi per inganno un altro capitano chiamato Cristoforo Guerra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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