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      con le ragioni che sopra ciò sono.
      Cap. XI.
     
      Ben mi aveggo che ogni comparazione serà odiosa a quelli che ascolteranno quello che non vorrebbono udire, come averrà ad alcuni Siciliani e Inglesi che questo capitolo specialmente leggeranno, percioché, ritornando io a dire quello ch'io ho detto e scritto altre volte, dico che, se un prencipe non avesse altra signoria che questa isola sola, avrebbe in breve tanto che non avrebbe invidia allo stato dell'isole di Sicilia e d'Inghilterra, perché quello che qui avanza farebbe altre provincie assai ricche. E perché ho fatta la comparazione di due isole, le maggiori e migliori di cristianità, bisogna che io dica onde mi muova a fare simile comparazione.
      Quello che mi ha a ciò mosso si è l'essere queste due isole e ciascuna di loro assai ricche e bei regni, e l'essere assai bene conosciute d'ogni uomo. Mi vi ha mosso l'essere questa isola Spagnuola assai ricca di copiose e continove minere d'oro, che allora mancano, quando le genti restano d'essercitarvisi. Mi vi ha mosso l'avere io veduto venirvi a tempo nostro di Spagna le prime vacche, e l'esservisi poi tanto moltiplicate che ne ritornano le navi cariche di quoi in Europa; ed è avvenuto molte volte d'ammazzarne 300 o 500, secondo che piú piace ai padroni, e di lasciarne via perdere nella campagna la carne per portarne i quoi in Spagna. E perché meglio s'intenda questo ch'io dico essere cosí il vero, dico che qui vale l'arrelde della carne di vacca (che è un peso di 32 oncie) duo quattrini solamente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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