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      Il medesimo diciamo delle uve, come si può vedere da molti pergolati di buone uve che sono in questa città; e ancorché non ne fussero venuti di Spagna i sarmenti, sono per l'isola molte uve selvaggie che si sarebbono potute piantare e innestare, come si crede che avessero principio tutte le buone uve del mondo. Per le cose già dette e che si diranno, si può chiaramente vedere quanto questa nostra isola Spagnuola ha vantaggio alle due famose isole tocche di sopra, e quanto la comparazione che io ne ho fatta segua.
      Erano in questa isola naturalmente, che non si condussero, molte buone erbe come quelle di Spagna, che qui per li campi da per loro nascevano, come potrà vedere il lettore nell'undecimo libro. Ho detto di sopra della grande abbondanzia della carne, e a quanto basso prezzo qui si vende, che certo a chi nol vede parrà una cosa impossibile, perché la relde di vaccina vale in questa città dua maravidis. Ma perché tutte le genti non intenderanno che peso sia relde, né che valuta sia un maravidis, se il lettore non è Spagnuolo, però dico che una relde in questa città è un peso di 32 oncie, e un maravidis vale quanto un quattrino d'Italia, poco piú. Non vi erano qui galline come quelle di Castiglia, ma doppo che ve ne son state portate di Spagna vi sono in modo moltiplicate che in parte del mondo non se ne veggono in maggior copia, ed è cosa di maraviglia quando un solo ovo fallisce di quanti se ne pongono sotto una gallina a covare.
      E cosí ho io tocco nel generale le cose di questa isola, e di questa città particolarmente, e della chiesa principale che vi è, cosí ben dotata di clero e del suo prelato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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