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      È il vero che l'albero della cannafistola solo in queste parti giunge con le radici fino all'acqua, ma questi alberi non li vidde il Colombo, né ve n'erano, finché col tempo vi s'incominciarono a fare della semente della cannafistola istessa, che si portò in questi luoghi per medicina; benché nella maggior parte dell'Indie siano cannafistole selvagge, come si dirà appresso al suo luogo.
      Sí che, ritornando all'istoria, quando la reina udí questo, che l'admirante degli alberi dell'Indie diceva, il dimandò a che l'attribuiva; ed egli rispose perché in queste Indie piove molto, e vi sono molte acque naturali che temperano la superficie della terra, ne nasceva che gli alberi poco sotto terra stendessero le loro radici per non mandarle nel caldo che è piú di sotto, e che necessariamente ritroverebbono penetrando piú a basso, per ritrovarsi in tal clima; onde naturalmente fuggono quello che lor nocerebbe, e si spargono per quello fresco umido superficiale che le nutrisce. La reina allora, mostrando di avere dispiacere di udire queste ragioni, disse: "In questa terra, dove non s'arradicano gli alberi, sarà poca verità e meno costanzia negli uomini".
      È certo che chi conosce bene questi Indiani non potrà negare che la reina catolica non parlasse da vero filosofo naturale, e di tal sorte che non vi ha risposta in contrario; percioché questa generazione degl'Indiani è bugiardissima e non vi si ritrova constanzia alcuna, e sono piú incapaci e grossi che fanciulli di sei o sette anni, anzi assai meno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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