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      Per queste cagioni la maestà cesarea, essendo importunata da coloro che chiedevano gl'Indiani, dissimulò, e la menava in lungo. Di che avendo notizia, quei cavalieri se ne risentirono molto, perché perdevano gran quantità d'oro, che ogni anno col sudore di questi disgraziati lor si mandava. E per questo il licenziato credette che in Spagna non mancassero sollicitatori perché esso fusse da quello ufficio rimosso.
      Venne qui adunque a prender il luogo suo il licenziato Rodrigo di Figueroa, uomo molto astuto e non poco avaro, secondo che poi si vidde nel suo sindicato, come si dirà appresso. Egli giunse in questa isola nel 1520, con l'informazioni che portava in Spagna contra il licenziado Zuazo; e presa la bacchetta del suo ufficio, vennero tutte le città e terre di questa isola e dell'altre convicine, e fecero contra il Zuazo molte querele e accuse criminali e civili e di eccessive quantità. Ma egli si difese cosí gagliardamente, e cosí bene provò la sua limpidezza, che all'ultimo tutte le liti ebbero fine in favor suo, ancorché fosse molto perseguitato dalli servitori e creati di quei cavalieri a' quali erano stati gl'Indiani tolti; e ancorché il licenziado Figueroa fusse dalli nemici suoi stato dimandato ed eletto come persona rigorosissima, e vi venisse con intenzione di non perdonarli cosa alcuna, ancorché colpa veniale fusse: ma egli non poté in niuna cosa offenderlo, per essersi assai rettamente nel suo ufficio portato. Ritrovandosi a questi termini le cose, e veggendosi il Zuazo fra li suoi emuli e fra persone che, per quel che s'è detto, lo disfavorivano (come suole avenire ai buoni e retti giudici), e veggendosi senza ufficio, ancorché con molto favore di tutti i poveri e di coloro a' quali aveva nelle loro differenzie fatta giustizia; e accorgendosi anco che molti altri prendevano le pietre in mano per lapidarlo, ad esempio di nostro Signore, s'ascose da tutti loro e se ne passò all'isola di Cuba, con la potestà che l'admirante don Diego li diede per dovere governarla; nel qual ufficio si portò come si dirà appresso nel suo conveniente luogo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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