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      Intesosi adunque il mal animo di questi neri e quello che fatto avevano, subito in quell'instante montò a cavallo l'admirante per seguitarli, con alcuni pochi da cavallo e da piè. Ma, e per la diligenza dell'admirante, e per l'ordine buono di questa audienzia reale, tosto lo seguirono tutti que' cavallieri e nobili ch'erano a cavallo in questa città. Il secondo dí si fermò l'admirante presso la riva del fiume di Nizao, e quivi intese come i neri eran giunti in una mandria di vacche di Melchior di Castro, lungi nove leghe da questa città, dove avevano ammazzato un cristiano chiamato Albaguir, che stava quivi lavorando, e aveano saccheggiata e robbata quella casa, e toltone un nero con 12 altri schiavi indiani. E fatto questo passarono avanti per far peggio, dove si fusse loro la occasione offerta; e avendo in questo loro discorso morti nove cristiani, s'accamparono una lega lungi da Ocoa, ch'è dove sta un forte ingegno del licenziado Zuazo, auditore di Sua Maestà in questa audienzia reale, con determinazione di dare il dí seguente, tosto che la luce apparesse, sopra quell'ingegno, e ammazzarvi altri otto o dieci cristiani che vi erano e inforzarsi di piú gente nera: perché avrebbono ritrovati in quel luogo piú d'altri 120 neri. E pensavano poi andare sopra la terra d'Azua e porla a sangue e insegnorirsene, e unire con loro altri neri, che quivi d'altri ingegni ritrovati avrebbono. E senza dubbio che eglino avrebbono il pensiero loro cattivo recato a fine, se la providenzia divina non vi avesse rimediato nel modo che si dirà.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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