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      Ritornando al proposito nostro, questo abominevole peccato s'usava molto fra gl'Indiani di questa isola, ma era molto dalle donne aborrito, per l'interesse loro piú che per scrupolo alcuno di conscienzia, benché ne fussero alcune buone di lor persona, come che in questa isola erano le maggiori vigliacche e le piú disoneste e libidinose donne che si siano in tutte queste Indie vedute. Dico che erano buone e amavano i loro mariti, perché quando qualche caciche moriva alcune delle sue mogli di loro volontà propria si facevano vive co' lor morti mariti sepelire, e si facevano porre nella sepoltura acqua e di quel pane che esse mangiavano con alcuni frutti. E quando queste mogli da se stesse non vi s'inducevano, erano loro malgrado forzate andare vive a sepelirvisi, come avenne a punto in questa isola quando morí il caciche Behechio, che era gran signore, e due delle moglie sue forzate furono vive col marito sepolte. Benché questo costume non fusse generale per tutta l'isola, perché nella morte degli altri cacichi non si costumava questo; ma doppo che era il caciche morto l'infasciavano tutto con certe bende di cottone intessute come cinte molto ben lunghe, e l'avolgevano a questo modo bene stretto dal capo al piè, e fatto un fosso ve lo ponevano dentro, e con lui le sue gioie e l'altre sue cose piú care. E facevano in quel fosso una volta di legni accioché la terra nol toccasse, e postovi dentro il morto a sedere in un scanno ben lavorato, coprivano poi di sopra di terra. E 15 o 20 dí duravano le essequie che con lor canti gli facevano gl'Indiani suoi, con molti altri de' convicini, e vi venivano ad onorarlo gli altri cacichi e principali dell'isola, fra li quali stranieri si compartivano i beni mobili del re defunto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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