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      Ritornando al proposito nostro, io ho in questa città di San Domenico veduto nel 1515, in potere del tesoriero Michele di Passamonte, due granelli d'oro, che l'un pesava sette libre, che sono 700 castigliani, e l'altro cinque, che sono 500 castigliani d'oro di 22 caratti e mezzo. E in terra ferma io ho veduti molti altri granelli di cento e dugento e trecento castigliani, e qualche poco piú o meno, e ritrovati medesimamente sopra la terra. Ho però veduto molte volte assai piú rallegrarsi i minerali e i padroni delle minere dell'oro minuto che non delli granelli, perché è segno che la minera è piú durabile e copiosa, e se ne cava piú utile che non da quella dove si ritrovano questi granelli; e vi si ritrova alle volte cosí minuto che bisogna mischiarvi argento vivo. E perché si sappia che cosa è un peso e che cosa è un castigliano, dico che un castigliano e un peso d'oro valeno al medesimo, i quali pesano otto tomini, e un ducato d'oro spagnuolo pesa sei tomini; sí che lo peso, overo castigliano, viene a valere un quarto piú del ducato d'oro spagnuolo.
      Mi soviene a dire qui una cosa molto notabile, che mi hanno molte volte detto uomini assai esperti nelle minere e nel cavare dell'oro, ed è questo: che è accaduto nell'andare seguendo la vena dell'oro, per la via che esso camina verso le parte interiori della terra o de' sassi, s'è ritrovato cosí sottile come un filo o spiletto, e dove ritrova qualche concavità si ferma ed empie tutto quel buco, e vi si fa un granello grosso, e poi passa oltre per li pori della terra o del sasso, per donde la natura lo guida.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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