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      Ma indi ad un pezzo, veggendo che i suoi lamenti erano al vento, riprendendo animo cominciò a consolare se stesso e compagni, e dicea che in un'ora non si conquistò Zamora, e che Iddio era grande, e darebbe loro quello che essi non avevano saputo ritrovare, accioché se ne fussero potuti ritornare alle terre loro, a consolare le lor mogli e figli e a rallegrare i loro parenti e amici.
      E ragionando, e rispondendo gli altri, e tutti insieme sospirando, un di loro vidde, piú di 20 passi lontano onde erano, lucere per lo splendore del sole un granello d'oro, onde tosto si alzò su dicendo: "Ancor potrebbe essere che avesse fine questo nostro ramarico". E con queste parole si aviò verso là dove vedea risplendere l'oro, e ve ne ritrovò un granello di 15 o 20 castigliani di valuta, e cominciò, saltanto per il piacere, a baciarlo e a ringraziare Iddio. Corsero tosto i compagni a partecipare di questo stesso piacere, e mirando ora a questa parte ora a quella ritrovarono molti altri granelli, e piú grandi e piú piccioli.
      E per non menarla piú in lungo dico che sopra la superficie della terra e scavando, come persone meno atte che formate, s'iscalzarono certi bolzacchini o stivaletti ch'aveano in piedi e gli empierono di quelli granelli d'oro che ritrovarono, che giungevano alla valuta di piú di duemila o quasi tremila castigliani; e fatto questo se ne vennero in questa città e ne diedero notizia al commendatore maggiore. Ma questa notizia la diedero quando non ne poterono fare altro, perché le minere stavano già affittate per lo re.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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