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      Ora, isfasciate che furono, incominciarono amendue a piangere, e quando poi le rinfasciarono e coprirono una di loro s'acchetò, e l'altra pur tutta via piangeva. Ci disse il padre loro che, tosto che elle nacquero, le fece da un clerico battizare, e ne chiamarono una Giovanna e l'altra Melchiora. E avendone il clerico battizata una, battizando l'altra a cautela disse: "Io ti battizo, se non sei battizata"; perché egli non si seppe risolvere s'erano due persone e due anime o pure una.
      Perché poi, alli 18 del mese, la notte avanti queste fanciulle morirono, fu il lor padre contento che s'aprissero. Onde, poste sopra una tavola, furono aperte presso l'umbilico dal baccellieri Giovanni Camacio, in presenza di questi dottori di medicina, Fernando di Sepulveda e Rodrigo Navarro. Il chirurgico cavò fuori tutte l'interiore, e in ogni una delle fanciulle erano tutte quelle cose che in un corpo umano essere suole separate e distinte, perché avevano due trippe, duo rignoni, duo pulmoni co' lor cuori e fegati e feli, salvo che il fegato dell'una stava congiunto e attaccato col fegato dell'altra; ma fra amendui questi fegati v'era una linea e un segno, col quale chiaramente si comprendeva e conosceva quello che era dell'una e quello che era dell'altra. Vi si vidde anco questo, che l'umbilico, che istrinsecamente pareva essere uno solo, nella parte interiore di dentro si divideva in due cannelle, ognuna delle quali andava nel corpo d'una di quelle creature, ancorché di fuori (come s'è detto) paresse che fusse un solo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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