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      Cap. III.
     
      In questa isola Spagnuola, e in tutte l'altre isole e terra ferma (parlo de' luoghi soggiogati e abitati da' cristiani) è una pianta chiamata ages, che si somiglia alle napi grandi di Spagna; ma per lo piú questi ages sono maggiori. Nascono sotto terra e buttano fuori della terra un gambo a modo di carrhuela, ma piú grossa, il qual con le sue foglie e rami copre tutta la superficie della terra dove è seminata; la forma della foglia è come quella delle corrhuela, over l'edera, con alcune vene sottili, e li piccioli ove dependono le foglie son lunghi. Quando vogliono piantare questi ages, fanno a linee la terra a monticelli, come s'è detto di sopra nel precedente capitolo della iuca, e in ogni monticello piantano cinque o sei germogli d'ages, con tutte le frondi sue, che tosto apprendono e poi (come s'è detto) crescono e fanno a se stessi ombra; e nelle radici sotto terra gettano il frutto, che sono gli ages istessi, che fra cinque o sei mesi li piú tardi hanno il frutto atto a raccogliersi, secondo la bontà del terreno; ma ne' sei mesi è il piú tardo che questo frutto si coglie. Quando veggono essere il tempo da corre questo frutto, aprono e discuoprono il monticello del terreno, e ne cavano dieci e dodeci e quindeci e venti e piú e meno ages, che sono buono cibo e assai ordinario qui per le genti che faticano; e perché costano poco, molti non danno a' loro Indiani e neri altro cibo che questo, con la carne o col pesce, di modo che per tutti i poderi si veggono molti di questi monticelli d'ages: i quali cotti sono buoni, ma arrostiti hanno alquanto migliore sapore, e nell'un modo e nell'altro hanno sapore di buone castagne.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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