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      Quando piove con queste foglie si cuoprono gl'Indiani la testa, se si trovano in luogo dove ne siano, e delle scorze del pedale o fusto loro, che fra le frondi sta, ne fanno certe ceste, che essi chiamano havas, per porvi la robba e quello che conservare vogliono; e le fanno bene intessute e doppie o foderate, di modo che una viene ad essere due, e fra l'una e l'altra vanno poste foglie di questo bihai, onde, ancorché sopra queste ceste piova o che dentro un fiume si bagnino, non per questo si bagna quello che vi va dentro. Di queste stesse scorze fanno un'altra maniera di ceste, per porvi e portarvi il sale da una parte ad un'altra, e l'una e l'altra sorte sono assai gentili e belle. Di piú di questo, quando accade che gl'Indiani si ritrovano nelle campagne e manca loro da mangiare, cavano e tirano fuori questi bihai de' piú teneri, e mangiano della radice che sta sotterra: perché è bianca e tenera e non ha male sapore, anzi si somiglia molto al tenero delli giunchi che sta sottoterra, ma è assai meglio.
     
     
      Della cabuia e del henechen, e d'alcune particolarità dell'uno e dell'altro.
      Cap. X.
     
      La cabuia è una maniera d'erba che nelle frondi si somiglia alli cardi o hyrios; ma ha però le sue frondi piú larghe e piú grosse e piú verdi. L'henechen è un'altra erba che è pure come cardo, e ha le foglie piú strette ma piú lunghe di quelle della cabuia. E d'amendue queste erbe si fa filato e funi assai forti e belle; ma l'henechen ha il filo piú sottile. Per volere gl'Indiani lavorare queste funi, prendono le frondi già dette e le tengono alquanti dí nel fondo de' fiumi o de' ruscelli, con pietre attuffate giú sotto acqua, nel modo che in Castiglia vi tengono affogato e sommerso lo lino.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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