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      Avendole a questo modo tenute alcuni giorni sotto acqua, le cavano e le spandono e fanno asciugare al sole; poi le rompono e ne fanno saltare le scorze e le lische con un buon pestello o bastoncello, nel modo che spatulano in Europa il canape e il lino; e cosí viene a restarvi solo la fibra netta, lunga come sono le foglie, la quale anco spatulano di nuovo poi, e la riducono a tale che pare a punto un lino assai bello e bianco, del quale fanno funi della grossezza che essi vogliono, cosí della cabuia come dell'henechen. E se ne servono poi in molti usi, e spezialmente in farne le corde, con le quali attaccano e tengono sospese nell'aere i loro letti, che essi chiamano hamachez, come se ne è nel quinto libro parlato. Cosí dell'henechen come della cabuia riescono fila assai bianche e gentile, e altre alquanto ruvide e aspre.
      Ma non è bene che qui si taccia una particolare invenzione di questi Indiani, che la natura insegnò lor doppo che i cristiani li cominciarono a tenere prigioni e con ferri a' piedi, cioè di segare il ferro col filo di questa cabuia o dell'henechen, avendovi tempo; percioché, stando di notte i cristiani senza pensarsi d'alcuni Indiani che tenevano con catene o con ferri, hanno poi ritrovato che se ne siano fuggiti, con aver rotto e segato il ferro nel modo che ora dirò. Nel modo che si sega con una sega il legno, pongono sopra il ferro che troncare vogliono un filo di henechen o di cabuia, e col tirare e lentare dall'una mano all'altra, gettando minutissima arena sopra il filo e nel luogo che segano, a poco a poco corrodono e segano il ferro, per grosso che sia, come se fusse un legno o qual si voglia cosa tenera e atta a segarsi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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